
Parrocchia San Pietro: i santi
Tante sono le statue di santi che oggi ornano le nostre tre chiese, un tempo segno visibile di una devozione che nasceva dal cuore e dal desiderio di dare un significato alle mille difficoltà della vita quotidiana; oggi molte di esse, sono rimaste un semplice ornamento, testimonianze mute di una fede che cercava in questi santi una consolazione e una speranza; guardando ad esse cerchiamo di scoprire il volto multiforme di Dio, ma anche quello di tante generazioni di uomini, donne e giovani che hanno costruito il nostro mondo di oggi con la fatica e il sudore del loro corpo e con la fede del loro cuore.
San Pietro, apostolo e martire patrono principale della parrocchia, nato a Bethsaida di Galilea e morto a Roma verso il 67 d.c.; il suo nome era Simone (dall'ebraico significa, Dio ha ascoltato), figlio di Giona e fratello di Andrea; fu Gesù che cambiò il nome di Simone in Pietro (dal latino significa pietra, sasso squadrato) per simboleggiare il suo ruolo nella Chiesa. I suoi emblemi sono: le chiavi, la croce rovesciata e la rete da pescatore. La sua festa il 29 giugno insieme all'apostolo Paolo, sembrerebbe la cristianizzazione di una festa pagana che esaltava le figure di Romolo e Remo, i due mitici fondatori di Roma, sostituendoli coi nomi degli apostoli Pietro e Paolo fondatori della Chiesa. La statua in legno dipinto, scolpito e dorato, è opera di uno scultore italiano e fu donata nel 1933 da don Giovanni Zaretti in occasione del suo quarantesimo di sacerdozio e trentesimo di parrocchia.
San Fermo martire è il patrono secondario della Parrocchia; la sua vicenda va collocata nel III secolo; la sua festa si celebra il 9 agosto. La sua vita è associata a quella di Rustico suo compagno. Secondo il Martirologio geronimiano ripreso da quello romano nel XVI secolo Fermo morì di fame a Cartagine al tempo dell'imperatore Decio (249-251), promotore di una delle più dure persecuzioni contro i cristiani. Secondo una antica Passione, invece, Fermo non era africano ma bergamasco e morì decapitato fuori dalle mura di Verona al tempo dell'imperatore Massimiano (286-310). L'ipotesi più plausibile è quella africana. L'emblema di San Fermo è la palma. La statua in legno scolpito, dipinto e dorato, è opera di uno scultore italiano e fu donata alla Parrocchia da Guidetti Giulio nel 1899.
San Giuseppe, sposo della Beata Vergine Maria; il suo nome significa, aggiunto in famiglia, dall'ebraico; il suo emblema è il giglio. Era di discendenza regale, della stirpe del re Davide, anche se la sua nobiltà era solo nominale perché la vita lo costrinse a fare l'artigiano, lavoratore del legno. E' il padrono dei padri, dei carpentieri, dei lavoratori, dei moribondi, degli economi e dei procuratori legali. La statua in legno scolpito e dipinto è opera di uno scultore italiano della prima metà del XX secolo; è alta 170 cm. San Giuseppe tiene in braccio Gesù bambino, simbolo della sua paternità e il giglio simbolo della sua purezza. Si festeggia il 19 marzo.
Sant'Antonio da Padova, sacerdote e dottore della chiesa. Nacque a Lisbona in Portogallo nel 1195 col nome di Fernando di Buglione, nel 1219 viene ordinato prete. Nel 1220 giungono a Coimbra i corpi decapitati di 5 francescani mandati da San Francesco in Marocco a predicare il vangelo e Fernando chiede di entrare nell'Ordine Francescano prendendo il nome di Antonio. A Santa Maria degli Angeli si incontra con San Francesco e in seguito sarà inviato da lui a predicare in Romagna, in Italia settentrionale e poi in Francia. Morirà a Padova nel convento dell'Arcella il 13 giugno 1231. Il suo nome significa, nato prima; è protettore degli affamati, degli oggetti smarriti e dei poveri; il suo emblema è il giglio simbolo di purezza e il pesce ai quali sembra che predicò il vangelo. La statua, in gesso dipinto, è una produzione italiana eseguita nella prima metà del XX secolo, è alta 140 cm.
San Maiolo, abate di Cluny; nato tra il 906 e il 915 ad Avignore e morì a Sauvigny mentre si recava in una località per dirimere della questioni l'11 maggio 994. San Maiolo è ricordato come il grande riformatore dell'ordine Cluniacense sia in Francia che in Italia; lo fece perché fermo nella fede, saldo nella speranza, ricco di carità. La nostra Parrocchia possiede due statue raffiguranti San Maiolo. La prima è conservata nella chiesa parrocchiale ed è sistemata sull'architrave sopra il presbiterio; è in legno, opera di uno scultore italiano che la scolpì tra il 1600 e il 1644; ha un'altezza di cm 120. L'altra statua è collocata nella chiesa sussidiaria di San Michele; è in legno scolpito, dipinto e dorato opera di uno scultore italiano nella prima metà del XX secolo; è alta 150 cm.
La statua di San Maiolo nella chiesa parrocchiale fa coppia con un'altra statua, raffigurante San Fermo, anch'essa collocata sull'architrave sopra il presbiterio; è in legno scolpito, opera di uno scultore lombardo-piemontese che la eseguì tra il 1600 e il 1640; è alta 120 cm.
San Rocco, pellegrino e taumaturgo; nacque a Montpellier tra il 1345 e il 1350 e morì a Voghera tra il 1376 e il 1379; il suo nome significa grande e forte o di alta statura dal tedesco; è protettore dei malati infettivi, degli invalidi e dei prigionieri; come emblemi ha il cane, la croce sul cuore o i simboli del pellegrino. Nella chiesa a lui dedicata esistono due statue di San Rocco. Una in gesso dipinto posta sulla bussola di ingresso prodotta in Italia tra il 1940 e il 1960 alta cm 170. L'altra in legno scolpito da uno scultore italiano, collocata in una nicchia, alta cm 140; venne donata nel 1953 da Sottocornola Bargero Maria.
Nella chiesa dedicata a San Michele troviamo due statue, una di San Michele e l'altra di San Crispino.
San Michele arcangelo, è il capo dell'esercito celeste; antico patrono della Sinagoga, oggi è patrono della chiesa universale che lo ha sempre considerato un aiuto contro le forze del male. Il suo nome significa chi è come Dio? dall'ebraico ed è il patrono della polizia, dei radiologi e dei droghieri. La statua in legno fu scolpita dallo scultore Luigi Fornara nel 1945; è alta cm 188.
San Crispino, martire, morto a Soissons verso il 285; il suo nome significa dai capelli ricci, dal latino. Gargallo, paese della calzatura, non poteva mancare di una statua dedicata al patrono dei calzolai; questa in realtà era l'attività del santo martire che ha appunto come emblemi la palma del martirio e la scarpa del suo lavoro. La statua in legno fu scolpita nel 1982 dallo scultore altoatesino Moroder Conrad ed è alta cm. 150.
Nella chiesa parrocchiale troviamo poi altre due statue: una dedicata al Sacro Cuore e l'altra dedicata alla Madonna del Rosario.
La devozione alla Madonna del Rosario si collega con la vittoria di Lepanto del 1571 che arrestò l'espansione dell'impero ottomano. Il papa San Pio V attribuì questa vittoria alla preghiera che il popolo cristiano indirizzò alla Vergine nella forma del rosario. La statua in legno scolpito, dipinto e dorato è opera dello scultore Cassina Francesco jr, che la scolpì tra il 1900 e il 1910; è alta cm. 150.
La devozione al Sacro Cuore già praticata nell'antichità e nel medioevo, si diffuse nel sec. XVII ad opera di San Giovanni Eudes e soprattutto da Santa Margherita Maria Alacoque. La statua è in gesso dipinto, una produzione di ambito italiano della prima metà del sec. XX; è alta cm. 180